Ebbene si, ho voglia di farmi un pò di autopromozione :P
Siccome ogni tanto mi diletto a fare qualche " disegnino " vi voglio far vedere che cosa ho fatto nel muro dietro la porta di camera mia :)
e questo l'ho fatto io! :)
Brand new! :)
Ho trovato un articolo del Il Giornale che parla di una mostra su Vincent Van Gogh e l'amico Gauguin che inizierà a Novembre 2011 a Genova.
Van Gogh e il viaggio di Gauguin a Palazzo Ducale di Genova
Dunque, dal 12 novembre e sino al 15 aprile del 2012, il Palazzo Ducale di Genova ospita questo Van Gogh e il viaggio di Gauguin che il curatore Marco Goldin ha fortemente voluto e costruito: ad aiutarlo come sponsores il Gruppo Euromobil dei fratelli Lucchetta, da un quindicennio ormai fedele collaboratore dello stesso Goldin e della sua Linea d'ombra, il gruppo Unicredit e naturalmente il Comune di Genova.
L'opera di Gauguin, quattro metri di lunghezza per uno e mezzo d'altezza è il simbolo del Museum of Fine Arts di Boston e si tratta di un prestito epocale. È infatti soltanto la quarta volta in un secolo che il dipinto lascia la sede espositiva statunitense e già soltanto l'eccezionalità dell'avvenimento giustifica il viaggio a Genova.Intorno a quest'opera, e partendo dalle suggestioni della lettura di On the road di Jack Kerouac, una delle bibbie della narrativa di viaggio, Goldin ha costruito un percorso particolare in cui l'altro grande artista celebrato nel titolo, Van Gogh, ha a sua volta un posto d'onore. Del pittore olandese ci saranno ben 40 opere, di cui 15 disegni, incaricate di raccontare una vita che è a sua volta un viaggio nel colore e nell'abisso, verso la luce del sud della Francia e verso il buio del proprio male di vivere. Si va dall'Autoritratto al cavalletto del 1888, prestito d'eccezione del Van Gogh Museum di Amsterdam, al Campo di grano con corvi terminato poche settimane prima di morire, al Seminatore dipinto ad Arles e a Scarpe, omaggio tenero e sentito alla terrena quotidianità del camminare.
Intorno a questi due colossi, il percorso espositivo allinea altri viaggi in e da due continenti: America ed Europa. Del primo, due sono gli artisti chiamati a raccontarlo nell'Ottocento: Edwin Church, il pittore dell'Est e della valle dell'Hudson, e Albert Bierstadt, il pittore dell'Ovest e della scoperta di Yellowstone. Da essi si dipana una ricerca che a cavallo del Novecento giunge a Winslow Homer e poi arriva a Hopper e a Rothko, maestri del viaggio, fisico e mentale all'insegna del silenzio e della profondità.
La sezione Europa comincia invece con il viaggio della mente davanti all'infinito secondo Caspar David Friedrich, il viaggio come materia ed elementi di William Turner, quello dentro la luce di Monet, dentro la mente di Kandinsky e di Nicolas de Sta"el, dentro il vuoto e l'assoluto di Giorgio Motrandi.
Agli antipodi di tutto questo e insieme suo elemento centrale e riassuntivo, la tela di Gauguin spiccherà da sola in una vasta sala ad essa dedicata, isolata e insieme solare, emanatrice di energie e di pensieri. Un appuntamento insomma da non perdere, un gioiello culturale di cui andare, come italiani, giustamente orgogliosi.
Let's go to the cinema!
Su sceneggiatura di Julian Mitchell, il film – realizzato per la TV – racconta la vita di Vincent Van Gogh (1853-90) dal 1880 al 1890 parallelamente a quella del fratello Théo, gallerista che lo mantiene e che vive in funzione sua, disegnando una simbiosi radicale, ora commovente ora inquietante. Quel che R. Altman vuole raccontare, in fondo, è la storia di un mistero. Non dice che la vita di Van Gogh è stata misteriosa e nemmeno ci rivela in che cosa consistesse questo mistero: ci costringe a viverlo come spettatori. Così si spiegano i vuoti, le reticenze, le ellissi della narrazione. È un film sulla quotidianità e sull'umanità di Van Gogh, non sulla sua grandezza.
Un pò di storia di famiglia : Theo Van Gogh
Ho passato più di un oretta al pc cercando una Biografia sul fratello di Vincent completa e in italiano, ma l'unica valida che ho trovato è in inglese u.u .... ho deciso lo stesso di postarvi questa :D
Theodorus "Theo" van Gogh (1 May 1857 – 25 January 1891) was a Dutch art dealer. He was the younger brother of Vincent van Gogh, and Theo's unfailing financial support allowed his brother to devote himself entirely to painting. Theo died at the age of 33, six months after Vincent died at the age of 37.
Van Gogh e Millet
Mi sono sempre chiesta che rapporto avesse Van Gogh con il padre, visto che aveva un rapporto quasi viscerale con il fratello Theo. Cercando un pò su internet ho trovato un articolo che parla dell'importanza che ha avuto per Vincent il rapporto con il pittore Millet.
Millet padre & Van Gogh figlio
Se noi oggi possiamo ammirare e contemplare le opere di Van Gogh, lo dobbiamo a Jean François Millet. Il pittore francese che alcuni probabilmente conosceranno per l’ “Angelus” è all’origine dell’esperienza di Vincent come pittore. Ma dire questo è ancora poco.Riproducendo, anzi re-interpretando, le opere di Millet, Van Gogh matura come artista e come uomo, fornendo di questo cammino una ricca documentazione nella cospicua corrispondenza col fratello Theo. Per Van Gogh (sono parole sue) Millet è come un padre, un secondo nuovo padre che si affianca a quello naturale e con il quale vivere una figliolanza più consona al temperamento tormentato dell’olandese.
Se Van Gogh era uscito gravemente scosso dal rapporto con il padre naturale, la cui rigida moralità di pastore protestante aveva reso impossibile ogni tentativo di Vincent di ricostruire il rapporto fra i due, l’incontro con l’opera di Millet gli consente un rapporto in cui ri-generarsi.
Il nostro intervento vuole focalizzare il rapporto tra questi due uomini che, con evidenza di opere e di testimonianze si può chiamare “da padre a figlio”, dove è figlio chi ritrova nell’altro la compagnia per poter rispondere alla propria oscurata e travagliata vocazione. Il confronto e la lettura delle opere di Millet e Van Gogh si muove da questa esperienza che Vincent ci testimonia con dipinti e lettere. Cercheremo di mostrare quello che le opere e la vita di Van Gogh portano come evidenza.
«Ora io credo che quanto vi è di buono e di bello, di beltà interiore morale,
spirituale e sublime negli uomini e nelle loro opere tutto ciò venga da Dio…
Cerchiamo di capire la parola definitiva contenuta nei capolavori dei grandi artisti,
dei veri maestri e, troveremo Dio.
Qualcuno lo avrà scritto o detto in un libro, qualcun altro in un quadro.»
(Vincent Van Gogh, Lettera a Theo, n. 133, luglio 1880)
Un pò di gossip d'annata!
Ho trovato un altro articolo, che riporta l'ennesima versione sul fatto dell'orecchio tagliato. Qui si attribuisce la colpa a Gauguin.
Gossip d'annata: Paul Gauguin taglia l'orecchio a Vincent Van Gogh per una prostituta
Altro che Gossip del Passato! Oggi andiamo indietro indietro indietro nel tempo per raccontare una nuova versione della mutilazione dell’orecchio di Vincent Van Gogh.
Secondo due storici tedeschi dell’università di Amburgo, Hans Kaufmann e Rita Wildegans, Vincent Van Gogh non si tagliò l’orecchio da solo ma fu l’artista francese Paul Gauguin a mutilarlo.
Tutto accadde la sera del 23 dicembre 1888, dopo una litigata furibonda per colpa di una prostituta di nome Rachel (alcuni dicono per questioni artistiche ma per una donna fa molto Gossip). Dopo l’incidente i due pittori avrebbero deciso di mettere tutto a tacere con una specie di patto del silenzio.
Troverete tutto nel libro L’orecchio di Van Gogh - Paul Gauguin e il patto del silenzio, di prossima pubblicazione. Oh, non ci sono più le liti di una volta!
(Nella foto il dipinto Autoritratto con l’orecchio bendato realizzato nel 1889)
Il dipinto scomparso.
Vincent Van Gogh e il dipinto scomparso
Una volta vidi uno splendido dipinto, rappresentava un paesaggio di sera. Sulla destra, in lontananza, una fila di colline che sembravano blu nelle brume della sera. Al di sopra di quelle colline, lo splendore del tramonto, le nuvole grigie striate d'argento, d'oro e di porpora. Il paesaggio è una pianura coperta d'erba e d'erica, qua e là le cortecce bianche delle betulle con le foglie gialle perché è autunno. Attraverso il paesaggio scorre una strada che porta a un'alta montagna, molto, molto lontana e, sulla cima della montagna, una città su cui il sole al tramonto getta una luce di gloria. Sulla strada cammina un pellegrino, ha un bastone in mano. Egli sta camminando già da molto tempo ed è stanco. Incontra una donna, una figura in nero che fa pensare alle parole di San Paolo: "Anche se triste, tuttavia sempre lieta. Quest'angelo di Dio è stato messo lì per incoraggiare il pellegrino e per rispondere alle sue domande; e il pellegrino chiede: 'Questa strada è sempre in salita?'. E la risposta è : 'Sì, fino alla fine'. Il pellegrino chiede ancora: 'Il viaggio durerà tutto il giorno?'. E la risposta è: 'Da mattina fino a sera, amico mio '".Partendo da questo passaggio di una lettera di Van Gogh al fratello, ho cominciato a cercare in internet il dipinto a cui Van Gogh si riferisce. Attraverso una ricerca con citazione diretta del testo della lettera, sono arrivata su questa pagina di google books in cui si parla della lettera di Van Gogh e del quadro a cui farebbe riferimento.
(Vincent Van Gogh, Lettere al fratello)
Secondo l'autore del libro, il quadro di cui parla Van Gogh sarebbe: Dio mette fretta! Pellegrino sulla via di Canterbury, di George Henry Boughton. Non conosco il pittore, e non c'è verso che possiate rintracciare la foto di un quadro in internet con la sua traduzione italiana. Quindi sono andato a imparare qualcosa su Boughton nella pagina di Wikipedia che ne parla. Speravo di essere talmente fortunata da trovarci anche il quadro di cui parla Van Gogh, ed ero sicura di poterlo riconoscere perché la descrizione di Van Gogh è meglio di un disegno. Ma come dice un proverbio cinese: E' difficile trovare un gatto nero in una stanza buia. Soprattutto se il gatto non c'è.
Allora ho provato a tradurre il titolo del quadro in inglese associandolo al nome del pittore, e ho fatto una nuova ricerca. Stavolta ho avuto migliore fortuna, e ho trovato il quadro citato nel libro. Il quadro è questo:
Il titolo inglese del quadro è: Godspeed! Pilgrims setting out for Canterbury, conosciuto anche con il nome The pilgrim's progress. Ma c'è qualcosa che non va.
Come ho detto, la descrizione di Van Gogh era meglio di un disegno, e in questo quadro molte cose sono fuori posto. Tanto per cominciare la signora non è per niente vestita di nero, poi i pellegrini sono due, non uno. E dov'è "la città su cui il sole al tramonto getta una luce di gloria"?
Certo era possibile che Van Gogh ricordasse male il dipinto, e che l'avesse descritto al fratello con dei particolari sbagliati. Ma era un tale perfezionista, che ho pensato piuttosto che fosse sbagliata la traduzione italiana della lettera a lui attribuita. Quindi sono andata a leggermi la lettera in questione in lingua inglese, nel sito ufficiale del Van Gogh Museum, che conserva anche le lettere. La lettera potete trovarla qui.
Scrollando la pagina fino alla nota numero 12, e cliccandoci sopra per aprirla, ho scoperto che in effetti esistono seri dubbi che il dipinto a cui faccia riferimento Van Gogh sia effettivamente quello identificato dai critici d'arte. Non solo. Esiste un altro dipinto sui pellegrini per Canterbury attribuito a Boughton, e questo dipinto non è mai stato trovato. E credo che a modo suo sia straordinario che di un quadro scomparso resti comunque la recensione di un poeta della pittura come Van Gogh. Dico: non è un quadro proprio scomparso.
Anche Van Gogh avrebbe amato l'IPad!
Ho trovato questo articolo su Melablog che parla di come il pittore David Hockney usa l'IPad e di come, secondo lui l'avrebbe amato pure Van Gogh
Già su piattaforma iPhone non erano stati pochi gli artisti (o aspiranti tali) a cimentarsi con l’illustrazione. Il bello delle interfacce mobili per programmi di disegno è che sono al tempo stesso una tavolozza e una tela. Su iPad, grazie alla maggiore ampiezza dello schermo, questa doppia metafora può essere portate alle estreme conseguenze.
Un appunto, Hackney lo ha fatto subito, al design di iPad: “è difficile da trasportare”. Come ha risolto il problema della portabilità? Semplice: sostituendolo per intero al suo album di schizzi, che comunque portava sempre con sé, in un apposito borsello. Il borsello in questione risulta andare benissimo anche per iPad.
“Sono felice di possedere un iPad. Anche Van Gogh lo avrebbe amato. E, per giunta, ci avrebbe anche scritto le sue lettere!” […] Io ci disegno fiori tutti i giorni, per poi mandarli ai miei amici. Così, hanno fiori freschi tutti i giorni. E i miei fiori durano.”La vera novità del nuovo “mezzo” consiste, secondo David, nel fatto che si è portati a disegnare con tutte le dita, di entrambe le mani, invece che con un solo dito, come su iPhone. In seconda istanza, l’altro elemento che più di ogni altro ha colpito l’artista è la luminosità intrinseca in ogni “lavoro” che vi esegue. “Sono come dei mosaici, o come delle vetrate”. La nostra ammirazione è alle stelle.
Una nota golosa
ne prenderei volentieri una fettina :P
Assignment 3
Fino a 5 giorni fa o giù di li non sarei stata decisamente in grado di scrivere questo post perchè avevo la testa immersa nel magico mondo dell'anatomia umana. Possiamo tranquillamente dire che la mia vita era concentrata solo sul tentare di ricordare tutti i nomi dei circa 500 muscoli che tutti possediamo e, siccome la mia memoria più che di ferro si può dire essere fatta di carta papiracea, pensate la fatica che mi c'è voluta!
Ma come la fenice risorge dalle ceneri ( si voglio fare l'esagerata.. xD ) l'esame adesso è alle spalle e ho ricominciato a mettere il "capino" sia fuori casa che a giro per la rete. Il mio pc sentiva la mia mancanza :P
E' semplicemente stupendo accorgersi di come la tua vita e la tua rete di contatti telematica continua a girare nonostante la tua assenza.
Le pagine che occupano il primo posto nei miei BookMark si sono aggiornate nonostante io non fossi " passata a salutarle " , la bacheca di Facebook è piena di nuovi stati e nuove condivisioni come la TL di Twitter, Tumblr e Istagram sono pieni di foto dai 1000 colori..
A volte mi viene da pensare come sarebbe stata la mia vita senza i nuovi strumenti social che sono nati negli ultimi anni: Twitter, Facebook, il vecchio Netlog, l'ormai deceduto Myspace.. Tantissime persone non farebbero parte della mia vita, e forse non avrei quel pizzico di sicurezza in più per affrontare determinate situazioni. Si, c'è da pensare che non è facile decidere di mettere una tua foto, condividere i tuoi interessi e i tuoi pensieri con le persone che chiami "amiche" pubblicamente su una piattaforma a cui possono accedere miliardi di persone.
Non posso però sminuire la loro utilità, sia a livello di rapporti interpersonali sia dal punto di vista dell'informazione. Alcune notizie, come il Terremoto all'Aquila, o quello in Giappone sono apparse prima nella TL di Twitter che sulle notizie Ansa o nelle prime pagine di alcune testate come la Repubblica, la Nazione o Il Tirreno !!!
Pensando alla mia rete di contatti,bookmark, feed RSS come un grande orto da coltivare, posso dire che questi "Social Network" sono stati " il concime " per tenere vivo e ben in fiore il mio sistema di connessioni tra la rete di contatti virtuale e la rete di contatti sociale.
Oggi, infatti, tra noi giovincelli, un messaggio privato multiplo su Facebook, un Messaggio Privato su Twitter hanno sostituito i vecchi modi di organizzare uscite, feste, cene di classe, ritrovi e rimpatriate.
I tempi son cambiati, direbbe mio nonno, ma siamo cambiati noi prima di tutto. L'arrivo di internet penso abbia segnato soprattutto la nostra generazione, che stra crescendo totalmente in modo differente rispetto alle precendenti.
Se ci pensiamo bene oggi viviamo in una società dove tutto è digitalizzato, dai libri alle agende, alle consulenze mediche.. praticamente tutto!
Le vecchie agende piene di post it sono state sostituite da cellulari come l'Iphone ( di cui sono oramai dipendente ) oppure dai Tablet come l'I-pad.. Per non parlare dei libri, si sta perdendo anche il gusto di sfiorare le dita sulla carta!
Da un lato sono contenta di questa cosa perchè le vite si sono semplificate moltissimo, dall'altro un pò meno perchè sono un'amante della vita semplice, di scoprire le cose in prima persona e non tramite uno schermo, di parlare con un amico "vis-a-vis" non tramite una chat in cui ognuno di noi può fare la faccia che vuole, di vedere le cose in tre dimensioni dal vivo, non tramite un paio di occhialini che ci fanno sembrare tutti degli ebeti davanti lo schermo del cinema.
Non voglio passare per una che rifiuta la tecnologia, anzi io adoro smanettare al pc, scoprire nuovi programmi e provare gli ultimi brevetti arrivati sul mercato. Secondo me bisognerebbe trovare una giusta via nell'uso di queste tecnologie nella vita quotidiana. Si! Sono una sentimentalona, ( confesso che sono capace di piangere pure per un cartone animato della Disney alla tv ) mi piace viverle di prima persona le cose, prendere parte attiva a tutto!
A volte fa molto comodo nascondersi dietro uno schermo per inviare un messaggio che magari risulta troppo difficile da dire a parole, ma secondo me ci sono continui scogli da superare ogni giorno e non sempre Internet può venirci in aiuto.
Avere un PLE, Personal Learning Environment, secondo me ha fatto parte dell'essere umano fin dall'antichità, perchè ognuno di noi tende a sviluppare e coltivare le proprie conoscenze. Pure Van Gogh aveva un PLE molto saldo nel suo essere folle.
Il PLE, è l'abiente in cui tutti portiamo avanti la nostra esperienza di apprendimento, che sia scolastica o da autoditatta, in cui tutti viviamo, sviluppiamo, e arricchiamo il nostro orticello.
Vincent Van Gogh infatti, si basava sull'aiuto del fratello Theo, il suo vettore di informazioni, il suo collegamento con la realtà esterna; il suo amico Gauguin, compagno di lunghe chiacchierate sulle tecniche pittoriche ; sua sorella Wil, cingolo che lo univa al grembo materno e alla famiglia.
3 punti saldi nel suo PLE erano componenti della sua famiglia, il 4 era costituito dai pennelli, dai colori, dalle tele che lo portavano direttamente in un altro mondo, in cui tutti i suoi pensieri sparivano.
Oggi i PLE sono totalmente diversi da una volta. Una parte è data dall'istruzione scolastica, continuativa e indirizzata su ciò a cui siamo più interessati, l'altra è a scelta degll'individuo stesso, in base alle esperienze a cui andiamo incontro ogni giorno.
Del.icio.us - Assignment 4
Delicious, conosciuto anche come del.icio.us è un sito web di social bookmarking per l'archiviazione, ricerca e condivisione di bookmarkarchiviati . I Bookmark ,inglese vuol dire "segnalibro", indicano l'URL di una particolare pagina web o di un file visualizzabile tramite browser. I bookmark rendono più veloce la consultazione di siti visitati spesso e evitando che gli utenti dimentichino gli indirizzi. Ogni volta che l'utente trova un sito interessante, cliccando sull'icona del bookmark, memorizza la pagina e volendo può segnalarla ai suoi amici, condividendola con loro. Altrettanto gli amici possono segnalare a noi siti che reputano interessanti. Oltre a ciò tutte le volte che i siti memorizzati cambiano, il bookmark permette di mantenerla aggiornata anche sul nostro computer.
Mentre per social bookmarking si intende un servizio basato sul web, dove vengono resi disponibili elenchi di bookmark creati dagli utenti.
Questi elenchi sono liberamente consultabili e condivisibili con gli altri utenti appartenenti alla stessa comunità virtuale.
Un esempio di social bookmarking è il sito DELICIOUS.
Il nome del.icio.us è un esempio di domain hack, ovvero una combinazione di lettere per formare una parola di senso compiuto (in inglese: delizioso). Venne poi cambiato con il nome attuale delicious.
Sinceramente non ho mai fatto ricorso a siti di Social Bookmarking, ho sempre utilizzato la barra dei segnalibri molto comoda e pratica su Firefox.
Però perchè non provare ad usare pure questo servizio.
Mi sono recata sulla homepage di delicious.com e ho fatto l'accesso con il mio account Google.
Assignment 1
- FeedReader (per Windows)
- Straw (per Linux)
- NetNewsWire (per Mac)
- Bloglines
- Google Reader
- Netvibes
- My Yahoo!
Un'altra applicazione interessante è FLIPBOARD, dedicata ai possessori di iPad.
Flipboard è una soluzione pensata per aggregare e leggere contenuti provenienti da testate, blog e social network, distaccandosi dal modello del feed reader.
L’organizzazione di ogni elemento avviene in automatico, disponendosi in un design di pagina simile quello di una rivista.
Di fatto il risultato ottenuto è proprio quello di avere tra le mani un giornale interattivo personalizzato.
Per ogni sezione possiamo aggiungere un account (Facebook, Twitter, Google Reader, Flickr) o una risorsa tematica dal mondo dell’informazione online.
Nel caso di Google Reader, quel che otterremo sarà la versione “magazine” del nostro feed reader.
Per scegliere le opzioni specifiche, basta utilizzare il menu attivabile dal nome della sezione.
Un altro argomento di cui volevo parlare è l'utilizzo di TWITTERFEED, un applicazione che permette di pubblicare i FEED RSS del nostro blog sull'account di twitter .
La funzione di retweet è ottima per fare il passaparola che spesso in altri social risulta troppo macchinoso da fare.
La presenza quindi su Twitter è essenziale per esistere nel web come gestori di blogger / siti / servizi.
Molte aziende importanti hanno il loro account Twitter per tenere sempre i propri clienti aggiornati.
Un’impedimento spesso è quello di segnalare di volta in volta nuovi articoli.
Twitterfeed è un sito facile da usare per "twittare" i post del blog sul proprio profilo.
Vai sul sito e registra un nuovo utente.
Ti verrà inviata la solita mail di conferma. Confermato il tuo account accedi a TwitterFeed e clicca in alto a destra sul bottone Create New Feed.
Ti trovi davanti due campi dove devi inserire il titolo del Feed e il link al tuo Feed RSS.
Clicca su Test Feed RSS per essere sicuro di aver inserito il link corretto.
In basso trovi le Advanced Settings che ti permettono di modificare diversi parametri del tuo Feed RSS.
Update Frequency:
La frequenza di aggiornamento per la lettura del tuo Feed RSS. Se fai un’articolo al giorno ti consiglio di mettere “Ogni 24 ore“, o “Ogni 12 ore“. Inutile fargli fare un check ogni ora se sai che non hai una tale frequenza. Sempre in questa sezione puoi decidere quanti articoli importare per volta. Puoi scegliere da 1 articolo fino a 5.
Trovi anche il metodo di short url da utilizzare. Ne esistono diversi, scegli quello che più ti fa comodo. Io ho scelto bit.ly.
C’è anche Facebook, utile nel caso tu abbia una Fan page dedicata al tuo sito/blog. Ti pubblica gli articoli direttamente sulla pagina Fan.
Quando hai finito di inserire i tuoi account, clicca su
Pausettina.. ( non di riflessione ... )
Ragazzi, per questa settimana lascerò Vincent e le sue stelle un pò a riposo... Questo blog è nato come un'esame universitario, e come tale devo svolgere i compiti che mi sono stati assegnati.
Ciò non vuol dire che chiuderò il blog una volta finito, anzi. Mi è piaciuta l'idea e la continuerò! :)
E per chi non può andare ad Amsterdam...
Ragazzi, mi è stato segnalato da un mio amico ( Grazie Giacomino!!! ) il link del Tour virtuale del Museo di Van Gogh ad Amsterdam...
Ve lo riporto di seguito:
Le nuove verità.
Ho trovato un articolo di giornale in cui si spiega, secondo il parere della giornalista, come Vincent sia arrivato a tagliarsi l'orecchio e perchè.
Un quadro, una lettera, un indizio
Risolto il mistero dell’orecchio di Van Gogh
Per avvalorare ulteriormente la sua tesi, lo studioso Bailey ha raccontato di aver studiato per mesi le lettere inviate da Theo Van Gogh alla madre ed alla fidanzata Johanna Bonger. In molte di queste, Theo racconta di come il fratello avesse preso male la notizia del suo fidanzamento, tanto da dirgli che aveva sbagliato a porre il matrimonio come obiettivo principe della sua vita. Questa teoria, così puntualmente ricostruita da Bailey, contrasterebbe con l’ultima delle ipotesi prese in considerazione in questi anni sul mistero del leggendario taglio. Rita Wildegans, storica dell’arte ad Amburgo, dopo anni di ricerche, nel 2001 arrivò a sostenere che fu il pittore francese Paul Gauguin, in preda ai fumi dell’assenzio, a mutilare Van Gogh con un colpo solo, con la sua nota destrezza di spadaccino. Ma partiamo dal principio. Poco dopo il suo trasferimento nella cittadina di Arles nel dicembre del 1888, Van Gogh accolse nel suo appartamento ed ospitò per qualche tempo l’amico Paul Gauguin, con il quale condivideva una vita fatta di arte, ma anche di pochi soldi e, soprattutto nel caso di Vincent, di profonda depressione. Pare che insieme trascorressero intere notti tra bevute e bordelli e che avessero in comune la passione per una prostituta di nome Rachel. Probabilmente fu proprio per contendersi questa preferita che, i due, arrivarono alle mani la notte di Natale in un momento di poca lucidità di entrambi. Litigarono in strada, poi nell’appartamento. Il mattino dopo la polizia trovò Van Gogh svenuto a casa in una pozza di sangue. Gauguin se era già andato. Non si è mai saputo se fu il pittore francese a colpirlo o se fu lo stesso Van Gogh a recidersi un orecchio di sua mano per impressionare il rivale. In ogni caso la nuova verità messa in luce dal Bailey, scagionerebbe il pittore Gauguin, colpevole, a questo punto, solo di non aver sopportato oltre gli squilibri mentali dell’amico e di averlo abbandonato a sé stesso. Proprio quello che Van Gogh temeva di più. Di essere lasciato solo. Dalla prostituta Rachel, dall’ amico Gauguin, dal fratello Theo. Una paura che trovò sollievo solo con un colpo di pistola nel luglio1890. E che pose fine ad una vita di geniale e straordinaria solitudine.
The Van Gogh Museum.
Ebbene si, ad Amsterdam c'è un museo dedicato tutto a Van Gogh. E' il mio sogno andarci, davvero. E ci arriverò prima o poi!
Via, un pò di parte architettonica:
La rivoluzione dello sguardo.
I capolavori di questi ed altri artisti sono presenti nella mostra del Mart: un’occasione unica per conoscere da vicino, attraverso opere esemplari, il più entusiasmante periodo della ricerca pittorica tra Ottocento e Novecento.
La rivoluzione dello sguardo. Capolavori impressionisti e post-impressionisti dal Musée d’Orsay", è stata resa possibile grazie all’accordo di collaborazione tra il Mart e il museo francese, che in fase di restauro (riapertura prevista per l’autunno 2011) ha concesso per la prima volta un nucleo così rilevante di opere in prestito per una itineranza di sole tre tappe, che ha toccato Australia, America e ora, unica sede il Mart, l’Italia.
Il progetto presenta un’eccezionale selezione di dipinti, dalla grande stagione dell’Impressionismo alla vigilia delle avanguardie: lo scandaloso realismo di Gustave Courbet nella celeberrima tela
esposta per la prima volta nel nostro Paese; la nuova visione temporale che Claude Monet introduce nella serie di dipinti dedicati alla "Cattedrale di Rouen" (1892), della quale il Mart ospita una tra le più intense versioni; la straziante solitudine di Van Gogh e della sua "Chambre ad Arles" (1889);
l’esotismo di Paul Gauguin con le "Donne di Tahiti" (1891); e poi, lo sguardo di Degas sulla danza e
Maurice Denis (1870-1943) Omaggio a Cézanne1900 Olio su tela cm 180 x 240 Parigi, Museo d'Orsay Donazione André Gide, 1928
testimonianza di una fedeltà all’artista da molti considerato il più importante di quell’epoca.
Questi sono solo alcuni degli straordinari capolavori presenti nella mostra, che segue un percorso tematico, attraverso appunto quella “rivoluzione dello sguardo”, che gli artisti impressionisti e post-impressionisti tra Ottocento e Novecento hanno aperto alla visione della modernità.
L’esposizione La rivoluzione dello sguardo. Capolavori impressionisti e post-impressionisti dal Musée d’Orsay, ideata e curata da Guy Cogeval, presidente del Musée d’Orsay, e Isabelle Cahn, con la direzione scientifica di Gabriella Belli, direttore del Mart, propone dunque una rilettura di quel cruciale passaggio che ha preparato il terreno alle avanguardie artistiche europee del primo Novecento.
Fonte