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e questo l'ho fatto io! :)

Ebbene si, ho voglia di farmi un pò di autopromozione :P
Siccome ogni tanto mi diletto a fare qualche " disegnino " vi voglio far vedere che cosa ho fatto nel muro dietro la porta di camera mia :)






Vi piace???? :P

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Brand new! :)

Ho trovato un articolo del Il Giornale che parla di una mostra su Vincent Van Gogh e l'amico Gauguin che inizierà a Novembre 2011 a Genova.

Van Gogh e il viaggio di Gauguin a Palazzo Ducale di Genova


Van Gogh e Gauguin, un appuntamento da non perdere. Due grandi maestri indiscussi che hanno aperto la via all'arte moderna. La Francia a quel tempo aveva il primato dell'arte. La mostra poi sarà itinerante.
 
Si annuncia come la mostra dell'anno, non solo per il tema affascinate in essa presente, quello del viaggio, della ricerca anche come esplorazione mentale, ma soprattutto per la presenza di un capolavoro mai visto in Italia e addirittura, eccezion fatta per Parigi una decina d'anni fa, in Europa: ci riferiamo alla tela di Gauguin Da dove veniamo? Chi siamo? Dove andiamo? intorno alla quale ruota il senso stesso dell'esposizione.
Dunque, dal 12 novembre e sino al 15 aprile del 2012, il Palazzo Ducale di Genova ospita questo Van Gogh e il viaggio di Gauguin che il curatore Marco Goldin ha fortemente voluto e costruito: ad aiutarlo come sponsores il Gruppo Euromobil dei fratelli Lucchetta, da un quindicennio ormai fedele collaboratore dello stesso Goldin e della sua Linea d'ombra, il gruppo Unicredit e naturalmente il Comune di Genova.
L'opera di Gauguin, quattro metri di lunghezza per uno e mezzo d'altezza è il simbolo del Museum of Fine Arts di Boston e si tratta di un prestito epocale. È infatti soltanto la quarta volta in un secolo che il dipinto lascia la sede espositiva statunitense e già soltanto l'eccezionalità dell'avvenimento giustifica il viaggio a Genova.Intorno a quest'opera, e partendo dalle suggestioni della lettura di On the road di Jack Kerouac, una delle bibbie della narrativa di viaggio, Goldin ha costruito un percorso particolare in cui l'altro grande artista celebrato nel titolo, Van Gogh, ha a sua volta un posto d'onore. Del pittore olandese ci saranno ben 40 opere, di cui 15 disegni, incaricate di raccontare una vita che è a sua volta un viaggio nel colore e nell'abisso, verso la luce del sud della Francia e verso il buio del proprio male di vivere. Si va dall'Autoritratto al cavalletto del 1888, prestito d'eccezione del Van Gogh Museum di Amsterdam, al Campo di grano con corvi terminato poche settimane prima di morire, al Seminatore dipinto ad Arles e a Scarpe, omaggio tenero e sentito alla terrena quotidianità del camminare.
Intorno a questi due colossi, il percorso espositivo allinea altri viaggi in e da due continenti: America ed Europa. Del primo, due sono gli artisti chiamati a raccontarlo nell'Ottocento: Edwin Church, il pittore dell'Est e della valle dell'Hudson, e Albert Bierstadt, il pittore dell'Ovest e della scoperta di Yellowstone. Da essi si dipana una ricerca che a cavallo del Novecento giunge a Winslow Homer e poi arriva a Hopper e a Rothko, maestri del viaggio, fisico e mentale all'insegna del silenzio e della profondità.
La sezione Europa comincia invece con il viaggio della mente davanti all'infinito secondo Caspar David Friedrich, il viaggio come materia ed elementi di William Turner, quello dentro la luce di Monet, dentro la mente di Kandinsky e di Nicolas de Sta"el, dentro il vuoto e l'assoluto di Giorgio Motrandi.
Agli antipodi di tutto questo e insieme suo elemento centrale e riassuntivo, la tela di Gauguin spiccherà da sola in una vasta sala ad essa dedicata, isolata e insieme solare, emanatrice di energie e di pensieri. Un appuntamento insomma da non perdere, un gioiello culturale di cui andare, come italiani, giustamente orgogliosi.

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Let's go to the cinema!

Aggeggiando su Youtube ho trovato un altro sceneggiato televisivo sulla vita del nostro caro Vincent. Vi consiglio di dargli un occhiata perchè è interessante soprattuto per l'impostazione della sceneggiatura. 

 "Vincent and Theo" narra la vita di Vincent Van Gogh, soprattutto secondo il rapporto con il fratello Theo. Ci sono tutte le fasi importanti dell'esistenza del pittore, compreso l'incontro con Gauguin. Diretta con la sapiente mano del regista americano questa pellicola destinata al pubblico televisivo è piena di idee figurative notevoli. Ottima la prova dell'attore Tim Roth, uno dei più promettenti giovani del grande schermo.
Su sceneggiatura di Julian Mitchell, il film – realizzato per la TV – racconta la vita di Vincent Van Gogh (1853-90) dal 1880 al 1890 parallelamente a quella del fratello Théo, gallerista che lo mantiene e che vive in funzione sua, disegnando una simbiosi radicale, ora commovente ora inquietante. Quel che R. Altman vuole raccontare, in fondo, è la storia di un mistero. Non dice che la vita di Van Gogh è stata misteriosa e nemmeno ci rivela in che cosa consistesse questo mistero: ci costringe a viverlo come spettatori. Così si spiegano i vuoti, le reticenze, le ellissi della narrazione. È un film sulla quotidianità e sull'umanità di Van Gogh, non sulla sua grandezza.

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Un pò di storia di famiglia : Theo Van Gogh

Ho passato più di un oretta al pc cercando una Biografia sul fratello di Vincent completa e in italiano, ma l'unica valida che ho trovato è in inglese u.u .... ho deciso lo stesso di postarvi questa :D

Theodorus "Theo" van Gogh (1 May 1857 – 25 January 1891) was a Dutch art dealer. He was the younger brother of Vincent van Gogh, and Theo's unfailing financial support allowed his brother to devote himself entirely to painting. Theo died at the age of 33, six months after Vincent died at the age of 37.
Theodorus "Theo" van Gogh was born on 1 May 1857 in the village Groot-Zundert in the province of Brabant, Netherlands. He was the son of Theodorus van Gogh and Anna Cornelia Carbentus. His elder brother was Vincent van Gogh (1853–1890), who later became a famous painter. 
Vincent worked for some years at the Dutch (The Hague) office of the Parisian art dealers Goupil & Cie, and Theo joined the Brussels office on 1 January 1873 as their youngest employee. After Vincent was transferred to the London office, Theo moved to the office in The Hague, where he developed into a successful art dealer. By 1884, he was transferred to the Paris main office. Starting in the winter of 1880–1881, he sent painting materials as well as monthly financial support to Vincent, who was living back in the Netherlands. 
In Paris, Theo met Andries Bonger and his sister Johanna, whom he married in Amsterdam on 17 April 1889. The couple lived in Paris, where on 31 January 1890 their son Vincent Willem was born. On 8 June, the family visited Vincent, who was living near Paris in Auvers-sur-Oise. Vincent died of self-inflicted gunshot wounds in July 1890 at the age of 37 and Theo died in January 1891 at the age of 33, apparently of dementia paralytica, the last stage of syphilis.
Theo van Gogh's great-grandson, also named Theo van Gogh, was a film director, famous for his controversial criticism of Islam. He was murdered by a Dutch-Moroccan in 2004, at the age of 47.
Theo admired his elder brother Vincent for his whole life. But communicating with him proved to be difficult, even before Vincent opted to follow his artistic vocation. The communication between both brothers suffered from diverging definitions of standards, and it was evidently Theo who kept on writing letters. Therefore, mostly Vincent's answers survived and little of Theo's input. Theo was often concerned about Vincent's mental condition and he was amongst the few who understood his brother.
Theo was instrumental in the popularity of Impressionist artists such as Claude Monet and Edgar Degas by persuading his employers, Goupil & Cie, to exhibit and buy their works.On demand only, Theo seems to have shown Vincent's paintings, but evidently, a loyal apprentice of Goupil & Cie, he never sold one of them.
The two brothers maintained an intensive correspondence with Theo often encouraging his depressed brother. These letters have been collected and published into books, as revealing of the artist's mind and nature.
In 1886, he invited Vincent to come and live with him, and from March of that year they shared a house in Montmartre. Theo introduced Vincent to Paul Gauguin, Paul Cézanne, Henri de Toulouse-Lautrec, Henri Rousseau, Camille Pissarro and Georges Seurat, and in 1888 he persuaded Gauguin to join Vincent, who had moved to Arles in the meantime.


Two graves and two gravestones side by side; heading behind a bed of green leaves, bearing the remains of Vincent and Theo Van Gogh, where they lie in the cemetery of Auvers-sur-Oise. The stone to the left bears the inscription: Ici Repose Vincent van Gogh (1853–1890) and the stone to the right reads: Ici Repose Theodore van Gogh (1857–1891)

Theo's health deteriorated in the months after the death of his brother. He contracted syphilis—though this was not admitted by the family for many years. He was admitted to the hospital, and weak and unable to come to terms with Vincent's absence, he died six months later, on 25 January, at Utrecht.  In 1914, Theo's body was exhumed and re-buried with his brother at Auvers-sur-Oise.

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Van Gogh e Millet

Mi sono sempre chiesta che rapporto avesse Van Gogh con il padre, visto che aveva un rapporto quasi viscerale con il fratello Theo. Cercando un pò su internet ho trovato un articolo che parla dell'importanza che ha avuto per Vincent il rapporto con il pittore Millet.

Millet padre & Van Gogh figlio

Se noi oggi possiamo ammirare e contemplare le opere di Van Gogh, lo dobbiamo a Jean François Millet. Il pittore francese che alcuni probabilmente conosceranno per l’ “Angelus” è all’origine dell’esperienza di Vincent come pittore. Ma dire questo è ancora poco.
Riproducendo, anzi re-interpretando, le opere di Millet, Van Gogh matura come artista e come uomo, fornendo di questo cammino una ricca documentazione nella cospicua corrispondenza col fratello Theo. Per Van Gogh (sono parole sue) Millet è come un padre, un secondo nuovo padre che si affianca a quello naturale e con il quale vivere una figliolanza più consona al temperamento tormentato dell’olandese.
Se Van Gogh era uscito gravemente scosso dal rapporto con il padre naturale, la cui rigida moralità di pastore protestante aveva reso impossibile ogni tentativo di Vincent di ricostruire il rapporto fra i due, l’incontro con l’opera di Millet gli consente un rapporto in cui ri-generarsi.
Il nostro intervento vuole focalizzare il rapporto tra questi due uomini che, con evidenza di opere e di testimonianze si può chiamare “da padre a figlio”, dove è figlio chi ritrova nell’altro la compagnia per poter rispondere alla propria oscurata e travagliata vocazione. Il confronto e la lettura delle opere di Millet e Van Gogh si muove da questa esperienza che Vincent ci testimonia con dipinti e lettere. Cercheremo di mostrare quello che le opere e la vita di Van Gogh portano come evidenza.


«Ora io credo che quanto vi è di buono e di bello, di beltà interiore morale,
spirituale e sublime negli uomini e nelle loro opere tutto ciò venga da Dio…
Cerchiamo di capire la parola definitiva contenuta nei capolavori dei grandi artisti,
dei veri maestri e, troveremo Dio.

Qualcuno lo avrà scritto o detto in un libro, qualcun altro in un quadro.»

(Vincent Van Gogh, Lettera a Theo, n. 133, luglio 1880)

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